Come ogni anno, il rapporto di Legambiente dedica uno specifico capitolo alle «brutte idee» ed alle buone pratiche. Tra i «brutti progetti», immancabile l’anacronistico progetto di riqualificazione degli impianti a bassa quota sul Monte San Primo.

Nel capitolo di cui sopra si dà spazio ad una carrellata di «brutte idee» e «brutti progetti», che si aggiungono alle descrizioni del capitolo sugli accanimenti terapeutici ed alle altre considerazioni sugli utilizzi inopportuni del territorio montano. In alcuni casi, si tratta unicamente di idee. E si spera vivamente che rimangano tali. In altri, purtroppo, si è già passati alla fase di realizzazione.

Di seguito un estratto del paragrafo, dedicato al San Primo.

Monte San Primo (Co). Un anacronistico progetto di riqualificazione di impianti a bassa quota.

Nonostante San Primo sia la montagna più alta della zona, è ampiamente al di sotto dei duemila metri di quota. Le Autorità prevedono di destinare una parte dei 5 milioni di euro di soldi pubblici, stanziati a favore del progetto "OltreLario", alla riqualificazione dell'ex comprensorio sciistico del Monte San Primo con: tapis roulant, cannoni sparaneve, un’area bob & tubing, un bacino per l’innevamento artificiale ed un parcheggio più grande. Si tratta di un progetto costoso, che prevede nuove infrastrutture con la speranza di incentivare lo sci da discesa nel Triangolo Lariano. Le realtà del territorio denunciano da tempo l’intervento estremamente impattante dal punto di vista ambientale, il quale non tiene conto degli effetti dei cambiamenti climatici, che renderanno sempre più rare le nevicate nella zona.

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